2018
69 min
Massimo Garlatti-Costa
Elisabetta Ursella
Romano Michelotti, Roberto Bertossi, Fides Bertoldi, Giuseppe Cargnello, Rizieri De Tina, Giulio Ziraldo, Rem Spicemei
Il 28 agosto 1974, un gruppo di Preti friulani chiede ai propri Vescovi di celebrare Messa nella loro lingua. Dopo oltre quarant’anni sono ancora in attesa di una risposta ufficiale da parte del Vaticano. MISSUS racconta la storia degli ultimi preti di Glesie Furlane, la Chiesa dei friulani, nella loro battaglia giornaliera a mantenere viva la loro lingua. E’ la storia di Davide contro Golia, di una cultura millenaria contro l’inevitabilità della globalizzazione.
Una produzione Raja Films distribuita da Belka Media. Il documentario è stato realizzato con il supporto dell’ARLEF, del Fondo Audiovisivo del FVG, di Glesie Furlane APS.
Il 28 agosto 1974, dieci sacerdoti friulani compiono un gesto destinato a lasciare un segno profondo nella storia della loro terra: chiedono ai propri arcivescovi il permesso di celebrare la messa in lingua friulana. La risposta è un rifiuto netto. In segno di protesta, i sacerdoti abbandonano la Chiesa ufficiale lasciando sull’altare un documento che rivendica il diritto a una fede vissuta nella propria lingua. Da quel momento nasce simbolicamente la Glesie Furlane, la Chiesa friulana.
Il documentario segue oggi la vita degli ultimi superstiti di quel gruppo: uomini semplici, ormai anziani, ma ancora determinati a difendere, dopo oltre quarant’anni, la dignità della propria lingua e cultura, sia nella liturgia che nella vita quotidiana. Come afferma Pre’ Sef Cjargnel, uno dei protagonisti: “La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo afferma che tutti gli uomini sono uguali nel linguaggio, nello stile di vita e nella cultura. Ma nella società e nella Chiesa questi diritti vengono spesso negati.”
Quella della Glesie Furlane è una lotta silenziosa ma incrollabile, contro i pregiudizi culturali e le resistenze di un clero centralizzato che ancora oggi ostacola la traduzione del Messale in friulano. È anche una battaglia condivisa da molte altre minoranze linguistiche in Europa: dai gallesi ai sardi, dai bretoni ai baschi, dai croati in Italia e Austria ai galiziani, agli sloveni, fino ai gaelici scozzesi.
Il documentario racconta una storia universale attraverso un’esperienza profondamente locale: quella degli ultimi “druidi” del Friuli, un piccolo gruppo di sacerdoti che, con tenacia e coerenza, continua a difendere il diritto a una spiritualità radicata nella propria lingua madre. Una testimonianza intensa e necessaria su identità, resistenza e libertà culturale.