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Storie di vita e emozioni

Progetti

LINGUA MATER

Cinema
ANNO

2025

DURATA

54 min

REGIA

Massimo Garlatti-Costa

PRODUZIONE

Elisabetta Ursella

CON

Francesca Prestia, Anabel Gràcia I Damas, Francesc Feliu Torrent, Michel Daltin, Jean-Philippe Zougbou, Catalina De Faccio, Laurent Barat

La lingua madre è il primo suono che un bambino impara a conoscere, rappresenta l’origine e l’appartenenza di un individuo e di un popolo in ogni parte del mondo. È un principio di diversità universale. Il documentario segue le rotte commerciali delle mastodontiche navi che solcano mari e oceani, collegando porti e popoli.

Lingua Mater” è co-prodotto dalla casa di produzione Belka Media e da Raja Films, con il supporto sostegno di LEM- Italia, Fondo Audiovisivo del Fvg, Film Commission del Fvg, Università di Girona, Università di Udine, e Regione Autonoma Fvg.

Lingua Mater è un viaggio intimo e universale alla scoperta delle lingue madri: custodi fragili ma vitali di identità, memoria e appartenenza. Attraverso testimonianze raccolte in contesti geografici e culturali eterogenei, il film esplora come le lingue minoritarie – spesso trascurate o minacciate – riescano a raccontare valori profondamente umani come l’amore, il lavoro, la fede, la solidarietà e il senso di comunità.

Simbolo ricorrente nel film sono le navi cargo e il container, emblema della globalizzazione, che diventa uno spazio narrativo e concettuale in cui dati, storie e emozioni si intrecciano, accendendo la consapevolezza del pubblico sulla crisi linguistica globale. Dalle Alpi al Rio de la Plata, passando per l’Africa subsahariana, Lingua Mater racconta una moltitudine di voci che, pur lontane tra loro, condividono la stessa urgenza: salvare e tramandare la propria lingua madre.

Il film documenta il coraggio e la determinazione della comunità occitana in Spagna, Francia e Italia; la storica battaglia dei sacerdoti friulani per il riconoscimento liturgico del friulano; le tensioni linguistiche nella Catalogna contemporanea; la vitalità delle lingue tribali in Togo, Kenya, Senegal e Nigeria; fino ad arrivare a Buenos Aires, dove una piccola comunità friulana lotta per non perdere la propria eredità culturale.

Con uno sguardo poetico ma lucido, il documentario restituisce al pubblico una verità profonda: non esistono lingue piccole quando custodiscono grandi mondi. E ogni lingua che muore è un patrimonio dell’umanità che si spegne.

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